Gli italiani che devono convivere con malattie croniche sono 24 milioni, secondo i dati dei sistemi di sorveglianza a rilevanza nazionale Passi e Passi d’Argento, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Regioni e condotti sul territorio dai dipartimenti di prevenzione delle ASL. Per avere diritto all’esenzione del ticket e a diverse prestazioni specialistiche, però, è necessario che la patologia sia ufficialmente riconosciuta come cronica.
La diffusione delle malattie croniche
Il numero di persone affette da cronicità aumenta con l’avanzare dell’età e oltre la metà degli over 65 soffre di diverse malattie croniche. Se prima dei 55 anni le patologie croniche più frequenti riguardano l’apparato respiratorio, verso i 70 anni si registrano maggiormente ictus, ischemie cerebrali e insufficienza renale. Attorno agli 80 anni cresce la presenza di cardiopatie, diabete e tumori.
Diritto all’esenzione, come si ottiene
I criteri per l’assegnazione dell’esenzione del ticket sono definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I pazienti che soddisfano i requisiti hanno diritto a una serie di prestazioni ambulatoriali specialistiche che hanno l’obiettivo di monitorare il decorso della malattia e di prevenire eventuali complicanze e aggravamenti. Sul sito del Ministero della Salute è presente la lista delle malattie croniche riconosciute; inoltre, è possibile consultare una banca dati dei codici di esenzione collegati a patologie come anoressia nervosa e bulimia, artrite reumatoide, asma, diabete mellito, ipertensione arteriosa con danno d’organo e sclerosi multipla. Nel 2017 la lista è stata aggiornata con 6 nuove malattie che comprendono, tra le altre, patologie renali croniche ed endometriosi. Fra i cambiamenti di classificazione rientrano anche alcune patologie che in precedenza erano considerate malattie rare, e come tali avevano già un codice di esenzione, e oggi sono annoverate fra le malattie croniche, come la celiachia.
Per ottenere il codice di esenzione è necessario verificare che la patologia di cui si soffre rientri nell’elenco ufficiale. Successivamente un certificato medico che attesta la presenza di una o più patologie croniche va presentato all’Azienda Sanitaria di residenza (ASL), che rilascia a sua volta un attestato con la definizione della malattia, il relativo codice identificativo che dà diritto all’esenzione e le prestazioni che potranno essere erogate in regime di esenzione.
Attestato di esenzione e categorie di farmaci
Il periodo minimo di validità dell’attestato di esenzione varia a seconda della malattia e alla possibilità di un miglioramento delle condizioni di salute. Per i farmaci, però, la gestione è differente e sono suddivisi in:
- farmaci di fascia A, gratuiti per tutti gli assistiti;
- farmaci in fascia A con nota AIFA, gratuiti solo per coloro che hanno condizioni particolari inserite nella nota AIFA;
- farmaci di fascia C, a pagamento per tutti, anche per pazienti con esenzione per malattia cronica.
Alcune Regioni prevedono un ticket sui farmaci di fascia A, attraverso una quota fissa per ricetta o confezione, e stabiliscono in autonomia le categorie di soggetti che non devono pagarlo, come talvolta i pazienti cronici.
Mancato diritto a esenzione
Anche dopo gli aggiornamenti della lista ufficiale, diverse malattie croniche non permettono di usufruire dell’esenzione, come ad esempio la vitiligine. «Nonostante sia una patologia cronica non dà diritto a un codice di esenzione a chi ne soffre – ha evidenziato Ugo Viora, vicepresidente dell’associazione Gli amici per la pelle - a meno che ci siano altre patologie croniche correlate a cui invece è attribuito un codice esenzione”. Per questo motivo, “i codici di esenzione sono da rivedere, tanto più che il costo sociale di queste patologie è molto alto. Per la vitiligine - prosegue Viora - si attesta sui 500 milioni l’anno”.