5 maggio, Giornata Mondiale dell’asma, una condizione di cui soffrono 360 milioni di persone e sulla quale, nonostante l’enorme diffusione, circolano ancora idee confuse e non di rado sbagliate. Novartis è impegnata da più di 30 anni su questa malattia e questa giornata, organizzata come ogni anno dalla Global Initiative for Asthma (GINA), ci offre l’occasione di contribuire a fare un po’ di chiarezza sull’asma, perché sfide sanitarie globali di tale portata si possono affrontare e vincere anche combattendo la disinformazione e smantellando i luoghi comuni.
Il primo di questi è che quando si parla di asma ci si riferisca a una malattia con cause, sintomi e caratteristiche sempre uguali, comuni a tutti i pazienti. Non è così. L’asma può essere provocata da allergie (alla polvere, al pelo dei gatti, al polline…), oppure da fumo, freddo, stress fisico. La sintomatologia può essere cronica o stagionale, severa oppure moderata. Alcuni possono soffrirne anche senza sapere che si tratta di asma. Uomini e donne possono soffrirne in modo e con intensità diverse: il ciclo mestruale può, per esempio, incidere sui sintomi.
Essere consapevoli di questa grande variabilità è il primo, indispensabile passo per avviare un confronto con il medico, allo scopo di individuare l’approccio corretto alla propria malattia adottando i trattamenti e lo stile di vita adeguati a gestirla.
Altro luogo comune: asma e gravidanza sono incompatibili: falso. L’asma può sembrare un limite invalicabile per una gravidanza e rappresenta un grave motivo di timore per le donne in età fertile che vorrebbero avere figli o che scoprono di essere incinte. Le fluttuazioni ormonali derivate dalla gravidanza possono effettivamente avere un impatto negativo sulle vie respiratorie e quindi peggiorare la severità dell’asma.
Le conseguenze della gravidanza sulle donne che soffrono di asma sono però molto varie: in un terzo dei casi si assiste a un peggioramento dei sintomi (di solito nelle forme più gravi di asma); in un altro terzo dei casi si verifica un miglioramento dei sintomi (generalmente nelle forme più lievi); nell’ultimo terzo dei casi la situazione non cambia.
Una donna asmatica durante la gravidanza dovrebbe sempre proseguire la terapia, e non prendere troppo peso, per non aggravare il sintomo della dispnea. Oltre alle terapie per l’asma lieve e moderato, attualmente sono disponibili anche terapie biologiche per l’asma grave indicate in gravidanza.
Ulteriore idea sbagliata è che, per chi soffre d’asma, sia ‘normale’ avere degli attacchi. Anche in questo caso, non è così. Gli attacchi d’asma non sono da sottovalutare: chi ne soffre frequentemente è affetto da asma non controllata e può peggiorare, andando incontro a sintomi respiratori sempre più gravi, ad attacchi acuti che possono richiedere cure sanitarie urgenti e anche fatali. Si calcola che ben il 60% delle persone che soffre d’asma non abbia il pieno controllo dei sintomi, a causa, per esempio dell’imbarazzo a usare l’inalatore (non raro tra gli adolescenti), o alla difficoltà di utilizzo di uno o più dispositivi. Prendere coscienza che, appunto, avere attacchi d’asma regolari e frequenti non è affatto ‘normale’, è un altro step fondamentale per avviare un percorso di cura efficace, da decidere insieme al proprio medico.