Apr 23, 2024

La campagna di sensibilizzazione sui rischi delle malattie cardiovascolari ha riunito Istituzioni e clinici locali nella sede fiorentina del Consiglio. Si conferma l'attenzione e l'impegno verso la prevenzione e la gestione di una problematica così grave che solo in Toscana corrisponde al 30% del totale dei decessi

Firenze, 23 aprile 2024 - Dopo il coinvolgimento dei deputati romani della Camera e dei consiglieri e membri dello staff della Regione Campania e Veneto, anche la Regione Toscana accende i riflettori sull’importanza della prevenzione cardiovascolare presso il Palazzo Pegaso.

Protagonisti della conferenza stampa sono state le Istituzioni e i clinici locali che, a margine dell’incontro, si sono sottoposti alla valutazione del loro profilo lipidico che, per la prima volta, include anche il test della lipoproteina (a), fattore di rischio genetico che contribuisce ad aumentare la probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari.

L’iniziativa, lanciata lo scorso settembre in occasione della Giornata Mondiale del Cuore e promossa da Novartis, “Associazione Italiana Scompensati Cardiaci” (AISC) e “Fondazione Italiana Per il Cuore (FIPC)”, parte dal “cuore” delle istituzioni per sostenere strategie e interventi mirati ad affrontare la crescente incidenza delle malattie cardiache e ribadire l’importanza del monitoraggio del profilo lipidico come uno dei principali strumenti di prevenzione.

"Ospitiamo e sosteniamo questa iniziativa di sensibilizzazione sui rischi delle malattie cardiovascolari, con anche un’utilissima misurazione del profilo lipidico, perché siamo convinti che è possibile, adottando adeguati stili di vita, contenere queste patologie che rappresentano la prima causa di morte nell’adulto in Italia. In Toscana nel 2020 sono stati registrati oltre 14.000 decessi provocati dalle malattie cardiovascolari, in particolare infarto miocardico ed ictus cerebrale, che rappresentano il 30% del totale dei decessi. Stop al fumo, attenzione alla dieta e limitato consumo di alcol - interviene Antonio Mazzeo, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana - oltre a una sana attività sportiva costante e quotidiana, adeguata all’età di ciascuno, sono i rimedi migliori che possiamo adottare. So bene che il mondo della medicina può far paura, ma non è facendo finta di nulla che si evitano guai ben peggiori. Teniamoci sotto controllo: è un investimento sulla propria salute, per tutelare la qualità della nostra vita e delle persone che ci stanno vicine. La prevenzione ci aiuta sempre”.

L’IMPATTO DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN TOSCANA

In Toscana nel 2020 sono stati registrati oltre 14.000 decessi provocati dalle malattie cardiovascolari, in particolare infarto miocardico ed ictus cerebrale, che rappresentano il 30% del totale dei decessi1. I cittadini toscani che soffrono di dislipidemie sono oltre 600.0002, dei quali solo il 40% è trattato con terapie ipolipemizzanti e circa il 49% di questi sono pazienti a rischio cardiovascolare alto e molto alto3.

“La prevenzione è una delle azioni principali di un Sistema Sanitario al passo coi tempi. Nel campo delle malattie cardiovascolari, la Regione Toscana da sempre si è impegnata nell’innovazione, a cominciare dall’istituzione del 118 con il suo sistema di emergenze che ha permesso di ridurre significativamente la mortalità sia nell’infarto che nell’ictus, dove sappiamo che il tempo d’intervento è essenziale; sempre con l’innovazione e le nuove tecnologie abbiamo attuato reti cliniche per l’infarto (procedure di Emodinamica) e per l’ictus (Stroke Unit) che hanno ridotto anche la morbilità. Oggi siamo prima di tutto, ad informare che uno dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari è la dislipidemia. Più nello specifico i valori del colesterolo ed il valore più importante è quello della sua frazione: LDL. Per questo abbiamo promosso questo evento - spiega Donatella Spadi, Consigliera del Consiglio Regionale della Toscana e promotrice dell’iniziativa - poiché si può fare prevenzione attraverso il monitoraggio dell’LDL. Questo ha un grosso impatto sulla mortalità fra tutte le malattie cardiovascolari, non solo infarto e ictus, ma anche per le arteriopatie; tutte malattie non solo pericolose per la vita, ma, a volte, anche estremamente invalidanti. Vorremmo invitare i cittadini ad aderire ai monitoraggi e a non avere pregiudizi sull'uso dei ipolipemizzanti, anche in questo campo esiste tanta ricerca ed innovazione che ci consentono di utilizzare farmaci sempre più efficaci e con meno effetti indesiderati. Usare la prevenzione per avere sempre meno pazienti cronici e soprattutto meno gravi, incide positivamente sulla qualità della vita degli individui e sulla sostenibilità stessa del SSR”.

“Il tema della prevenzione è centrale: le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte anche nella nostra regione. In questi casi la prevenzione è molto semplice, costa poco, ma può salvare tanti cittadini. Altro aspetto importante - continua Enrico Sostegni, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana - è quello dell’aderenza terapeutica, su cui sono necessarie azioni di sollecitazione, come quella messa in campo oggi”.

IL PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO MODIFICABILE: IL COLESTEROLO

La colesterolemia LDL (LDL-C) è il principale fattore modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare, come dimostrato da decenni di esperienza di studi clinici che hanno evidenziato il suo ruolo causale nel determinare la malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD)4,5. Il suo aumento prolungato nel tempo, infatti, può determinare la formazione della placca ateromasica nelle arterie, aumentando così il rischio di eventi ischemici acuti, come l’infarto del miocardio e l’ictus6.

Nei pazienti che hanno superato uno di questi eventi acuti, la prevenzione diventa prioritaria per ridurre il rischio di recidive ischemiche e quindi migliorare la loro qualità di vita. La corretta gestione di questi pazienti deve quindi necessariamente mirare a raggiungere i valori i di colesterolemia LDL raccomandati dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS), ovvero mantenersi costantemente inferiori a 55 mg/dl.

Raggiungere questo obiettivo in molti casi risulta essere non facile: ad esempio in Toscana circa il 70% dei pazienti (oltre 430 mila persone over 45) non controlla adeguatamente i valori della colesterolemia LDL nonostante le terapie ipolipemizzanti convenzionali.

“Nella popolazione toscana, il trattamento delle ipercolesterolemie appare insoddisfacente, anche per quanti hanno un rischio cardiovascolare più elevato. Il numero di persone che riceve un trattamento farmacologico per l’ipercolesterolemia appare inferiore alle attese come anche la percentuale di assistiti a target per quanto riguarda i livelli di colesterolo LDL, soprattutto tra i pazienti con diabete e/o pregressi eventi cardiovascolari maggiori. La conferma viene da un’analisi condotta nel 2020 - ricorda Paolo Francesconi, Dirigente a tempo indeterminato settore Epidemiologia dei Servizi Sanitari e Percorsi Assistenziali, Osservatorio di Epidemiologia, ARS - su circa 900 mila residenti di età superiore a 45 anni delle aree delle ex-ASL di Massa Carrara, Empoli, Viareggio, Prato, Arezzo, Siena e Grosseto. Campagne di informazione, iniziative per il controllo del rischio cardiovascolare e percorsi multidisciplinari potrebbero essere una soluzione efficace e concreta per il controllo delle dislipidemie”.

ATTENZIONE ANCHE ALLA LIPOPROTEINA (A)

La lipoproteina(a) è una particolare forma di lipoproteina che aumenta il rischio cardiovascolare, come infarto e ictus, ed è geneticamente determinata. È raccomandato misurarla almeno una volta nella vita, soprattutto in individui con ipercolesterolemia familiare, per valutare il rischio cardiovascolare. Questa lipoproteina contribuisce all'aterosclerosi e alla stenosi valvolare aortica calcifica attraverso processi infiammatori, poiché penetra nella parete dei vasi sanguigni e contiene fosfolipidi ossidati che favoriscono l'infiammazione.

“Nel tempo, i livelli elevati di ipercolesterolemia e lipoproteina(a) possono favorire la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, aumentando così il rischio di eventi ischemici acuti come infarti del miocardio e ictus. Preoccupa la percentuale significativa dei pazienti, pari circa al 70% che in Toscana - continua Rossella Marcucci, Professore Ordinario Medicina Interna, Università degli Studi di Firenze e Direttore Struttura Ospedaliera Dipartimentale “Malattie Aterotrombotiche”, AOU Careggi - non riesce a controllare adeguatamente i livelli di colesterolemia LDL. Ciò sottolinea l'importanza di strategie più efficaci e di un approccio personalizzato nella gestione del rischio cardiovascolare. Le attuali risorse e le innovazioni disponibili consentono di intervenire in modo preventivo su circa l'80% degli eventi cardiovascolari, ma è imperativo perseverare nei nostri sforzi collettivi di sensibilizzazione per ridurre l'incidenza di questi rischi e, in ultima analisi, salvare numerose vite umane."

L’IMPATTO DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Le malattie cardiovascolari costituiscono oggi la prima causa di morte nell’adulto7 di cui il 30% ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa (cardiopatia ischemica, l’ictus ischemico e l’arteriopatia periferica). A livello globale, 1/3 delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno8. Le anomalie del metabolismo lipidico, in particolar modo i livelli elevati di LDL, giocano un ruolo cruciale nel determinare le malattie cardiovascolari, costituendo il maggior fattore di rischio. Si stima che in Italia siano almeno 7,5 milioni le persone coinvolte in problemi ad esse correlati, a cominciare proprio dall’ipercolesterolemia che interessa almeno il 23% delle donne e il 21% degli uomini italiani, una percentuale che può addirittura a superare il 35% se si considerano anche i valori borderline di colesterolo LDL9.

“La maggioranza degli infarti, degli ictus e dei decessi conseguenti alle malattie cardiovascolari, sarebbe evitabile se si effettuasse un trattamento accurato dei fattori di rischio, primo tra tutti l’ipercolesterolemia. Per fare prevenzione in modo efficace, è però necessario sensibilizzare tutte le persone ad adottare stili di vita più sani e a misurare periodicamente i vari parametri di rischio cardiovascolare. Le Istituzioni possono avere un ruolo importante nello sforzo collettivo di sensibilizzazione che ci può permettere di evitare molte malattie gravi - prosegue Edoardo Mannucci, Professore Associato di Endocrinologia, dell’Università di Firenze e Direttore di Diabetologia e malattie del metabolismo, della AOU Careggi - e di salvare un gran numero di vite”.

“La maggior parte dei cittadini italiani sa che le malattie cardiovascolari possono essere letali, ma purtroppo è ancora scarsa la consapevolezza di quanto sia possibile fare nel concreto per prevenire tali patologie o il loro aggravarsi. E fa riflettere come poca sia la consapevolezza anche nei cittadini che sono diventati pazienti ad alto rischio. Il punto di partenza - continua Emanuela Folco, Presidente di Fondazione Italiana Per il Cuore - è certamente fare prevenzione e laddove sia presente una condizione patologica che necessita di una presa in carico da parte dello specialista, è fondamentale non interrompere o modificare le terapie prescritte. Crediamo pertanto nel valore di iniziative come queste mirate a sensibilizzare il pubblico sull'importanza della prevenzione cardiovascolare”.

“La prevenzione, un corretto stile di vita, la conoscenza dei fattori di rischio, la diagnosi precoce, oltre naturalmente alla cura della patologia in un sistema di presa in carico del paziente e un modello gestionale della malattia di tipo integrato e interdisciplinare - precisa Rossana Bordoni, Presidente AISC-APS - sono tematiche che quotidianamente AISC evidenzia quali fondamentali per arginare l’impatto delle malattie cardiovascolari e lo sviluppo di fasi acute. In tale contesto ogni iniziativa intesa all’informazione della popolazione rappresenta un valore aggiunto per prevenire la malattia. Per la nostra Associazione è importante che quanto prima, nell’ambito dello sviluppo della sanità territoriale, si metta al centro la prevenzione con un ruolo di primo piano al medico di medicina generale e la collaborazione del Terzo Settore”.

LA SFIDA DI RIDURRE E SOSTENERE I LIVELLI DI COLESTEROLO

Tra i temi importanti per il successo della riduzione del rischio cardiovascolare, si inseriscono anche quello dell’aderenza e della persistenza alla terapia, i quali, insieme alla prossimità e alla territorialità, sono al centro del nuovo assetto della Sanità disegnato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per affrontare la sfida della cronicità. Fattori imprescindibili che richiedono sforzi congiunti e la partnership tra istituzioni, comunità scientifica e privati per l’implementazione di nuovi percorsi assistenziali che mettano al centro i pazienti, specialmente quelli ad alto rischio, sfruttando anche attività di medicina di iniziativa per una migliore presa in carico.

“Pensando al futuro del nostro Paese e a come potenziare uno stato di buona salute collettiva, è giunto il momento di prendere seriamente in considerazione le patologie croniche - conclude Paola Coco, Country Head Medical Affairs di Novartis in Italia - che in Europa sono all’origine dei maggiori oneri sanitari, spesso evitabili. Come Novartis siamo convinti che mettere al centro il tema della prevenzione, sia attraverso programmi di sensibilizzazione, sia dando particolare attenzione alle fasce di popolazione più esposte a rischio con azioni più mirate come gli screening, significhi non solo garantire il diritto alla salute, ma anche costruire una società che non lasci indietro nessuno”.

1. ISTAT dati 2020 E 2022

2. OsMed 2021

3. Perrone V. et al. 2022 "Evaluation of the Therapeutic Pattern and Pharmaco-Utilization in Hypercholesterolemic Patients Treated with Statins: A Retrospective Study on Italian Real-World Data“

4. Ference BA, et al. J Am Coll Cardiol. 2018;72(10):1141-1156

5. Mach F, et al. Eur Heart J. 2020;41(1):111-188

6. Catapano Al, et al Guidelines for the Management of Dyslepidaemias. Eur Heart J. 2016; 37(39):2999-3038

7. ISTAT dati 2020 E 2022

8. Roth GA, Mensah GA, Johnson CO, Addolorato G, Ammirati E, Baddour LM, et al. Global burden of cardiovascular diseases and risk factors, 1990-2019: update from the GBD 2019 study. J Am Coll Cardiol. (2020) 76:2982-3021. doi: 10.1016/j.jacc.2020.11.010

9. OsMed 2021