Intervista a Mara Lastretti, psicologa, psicoterapeuta e coordinatrice dell’Osservatorio di Psicologia in Cronicità
I pazienti cronici hanno necessità di cura che vanno oltre gli aspetti prettamente fisici e che richiedono terapie psicologiche specifiche. Da questo assunto parte l’attività dell’Osservatorio Psicologia in Cronicità (OPC), nato come progetto dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che da anni persegue importanti obiettivi a diversi livelli.
La prevenzione della cronicità
La tematica della cronicità è diventata oggi di grande attualità, come sottolineato da Mara Lastretti, Psicologa, Psicoterapeuta e Coordinatrice dell’Osservatorio di Psicologia in Cronicità, ricordando che “si parla tantissimo di cronicità: abbiamo anche un Piano Nazionale della Cronicità, poi ogni Regione ha anche un piano Regionale della Cronicità” in cui rientra la prevenzione primaria, indirizzata a evitare patologie croniche. È complessa da portare avanti, ma essenziale anche per ridurre gli elevati costi sanitari che la cronicità comporta. Con la prevenzione secondaria, invece, l’attenzione si sposta alla gestione precoce ed efficace della malattia, con lo scopo di evitare lo sviluppo di complicanze, attraverso “modelli di intervento integrati multiprofessionali che possano sostenere il paziente”, specifica Lastretti.
L’impatto psicologico della diagnosi di malattia cronica
La diagnosi di una patologia cronica implica l’assunzione di nuovi stili di vita da parte del paziente, quindi di cambiamenti significativi in vari ambiti della quotidinatià che includono, ad esempio, le abitudini alimentari e la somministrazione delle terapie. “La diagnosi rappresenta uno spartiacque - chiarisce Lastretti - e cercare di conservare il più possibile nelle cronicità la qualità di vita diventa di prioritaria importanza”.
I motivi della mancata aderenza terapeutica sono spesso di natura psicologica e la pandemia ha peggiorato la situazione, causando una grossa riduzione delle cure rivolte ai malati cronici e un aggravamento dei problemi emotivi e psicologici. Come previsto dal PNRR e dai cospicui fondi indirizzati proprio alle persone con cronicità, la Sanità punta a superare queste difficoltà con il potenziamento, fra l’altro, dell’assistenza domiciliare, ma anche con il mantenimento parziale del ricorso alla telemedicina. Questo strumento, infatti, è stato molto apprezzato dai pazienti cronici, come appare da uno studio realizzato da OPC e Regione Lazio, perché in periodo di pandemia ha permesso di sentirsi più vicini al proprio medico. Anche al di là dell’emergenza sanitaria, la telemedicina può rivelarsi in certi casi utile a facilitare la continuità terapeutica, evitando ai pazienti di affrontare complicati spostamenti per effettuare una visita.
Gli obiettivi di OPC
In questo contesto OPC porta avanti 3 obiettivi fondamentali, ovvero “formare i colleghi alla psicologia della cronicità, andare nelle istituzione per scrivere i programmi e poi - prosegue Lastretti - far conoscere soprattutto ai cittadini che ci sono questi servizi, che c’è una rete di psicologi dedicati”.
Questi obiettivi vengono perseguiti tramite il coinvolgimento di diverse figure, partendo dagli psicologi, che vanno formati per rispondere al meglio alle esigenze attuali. Ricopre un ruolo fondamentale anche l’interazione con le Istituzioni come avvenuto, ad esempio, con lo studio svolto in collaborazione con la Regione Lazio e con il Piano sulla malattia diabetica. Inoltre, partecipano attivamente al percorso di OPC Associazioni dei Pazienti e società scientifiche, attraverso la creazione di diverse partnership.
L’attività stessa di OPC parte proprio dalle esigenze dei pazienti che vivono sulla loro pelle tutte le problematiche connesse alla gestione di una malattia cronica e che necessitano di un supporto adeguato alla sfera psicologica per rendere più affrontabile la rivoluzione esistenziale che avviene dopo la diagnosi e che colpisce gli equilibri personali ma anche familiari. Come ricorda Lastretti, sono proprio le Associazioni dei Pazienti che in molti casi mettono a disposizione degli iscritti un intervento psicologico mirato e favoriscono i rapporti tra le Istituzioni e OPC, che può così offrire il proprio contributo nel redigere la documentazione per l’erogazione dei servizi su scala regionale.
Oltre a un ruolo istituzionale, OPC si pone come fondamentale obiettivo farsi conoscere dai cittadini, creando iniziative ad hoc come ‘I Salotti di OPC’. All’interno di questo format sono intervistati personaggi pubblici come Giorgia Solieri, Daniela Poggi e Jessica Zanardo. I momenti di dialogo permettono di mettere in luce le difficoltà riscontrate e il contributo offerto da un aiuto psicologico nel riuscire ad affrontare, ad esempio, un grande ritardo diagnostico, determinato anche da una sottovalutazione della malattia, oppure la complessa relazione con una madre affetta da Alzheimer.
Da queste e altre attività emerge una sempre maggiore presa di coscienza da parte dei pazienti cronici delle problematiche psicologiche a cui vanno incontro; è importante che questa esigenza di assistenza trovi una risposta rapida e adeguata, lavoro che OPC porta avanti con professionalità e passione.