L’entrata in vigore del regolamento europeo sull’Health technology assessment (EuHTA), a gennaio 2025, rappresenta “un’opportunità per migliorare la qualità e l’efficacia delle tecnologie sanitarie utilizzate nel nostro Paese e in tutta Europa - spiega Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva - la partecipazione attiva di cittadini e pazienti è un elemento chiave per assicurare che le valutazioni siano complete e rispondano alle reali esigenze della popolazione”. In questo contesto, “Cittadinanzattiva continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nella promozione e nell’applicazione dell’HTA, lavorando a stretto contatto con le istituzioni e le associazioni per garantire che questa importante riforma sia implementata in modo efficace e sostenibile”.
L’EuHTA “rappresenta un passo cruciale per la valutazione dei farmaci e dei dispositivi medici - sottolinea Mandorino - Questo regolamento mira a fornire una metodologia comune per comprendere i profili di sicurezza, efficacia e valore aggiunto dei prodotti sanitari, facilitando una decisione informata sugli investimenti nel settore della salute. Si tratta di un processo di cui si parla da molti anni anche in Italia, ma che spesso fatica a concretizzarsi. In realtà, l’EuHTA impone agli Stati membri l’adozione di un approccio strutturato alla valutazione delle tecnologie sanitarie, permettendo così di migliorare la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale (Ssn) e di orientare gli investimenti verso le tecnologie più efficaci e sicure”.
Una delle novità introdotte dal regolamento è la cooperazione obbligatoria tra gli Stati membri, che “si tradurrà in uno scambio di esperienze e informazioni acquisite - osserva la segretaria di Cittadinanzattiva - Questo approccio consentirà di evitare la duplicazione delle procedure di valutazione, riducendo così i tempi e i costi associati. Sebbene alcune competenze, come la definizione del prezzo dei farmaci, rimarranno a livello nazionale, la condivisione delle valutazioni a monte rappresenta un importante valore aggiunto per tutti i Paesi coinvolti”. Un aspetto “particolarmente innovativo” dell’EuHTA è la “partecipazione diretta dei pazienti ai tavoli di valutazione - rimarca Mandorino - Questa partecipazione non è solo formale, ma sostanziale: i pazienti portano il loro contributo basato sull’esperienza diretta nell’utilizzo di farmaci e dispositivi, arricchendo il processo decisionale con una prospettiva unica che né i clinici né gli esperti tecnici possono offrire”.
Cittadinanzattiva “ha cercato da sempre di sensibilizzare e formare i cittadini e le associazioni sui benefici e sull’importanza di questo processo partecipativo. L’impegno dell’organizzazione - illustra Mandorino - si è articolato in due aree principali: da un lato, con la promozione culturale dell’HTA e, dall’altro, con una formazione mirata su cosa sia l’HTA e su come i cittadini possano partecipare attivamente. A questo scopo, Cittadinanzattiva ha realizzato numerosi corsi di formazione a livello nazionale e regionale, coinvolgendo tutte le parti interessate, dai clinici alle istituzioni, fino alle associazioni di pazienti e cittadini. Tra le iniziative più significative ci sono quelle in Friuli-Venezia Giulia e in Puglia, che hanno facilitato il confronto tra i vari attori e promosso sinergie a livello territoriale”.
Con l’entrata in vigore del regolamento europeo, “l’obiettivo di Cittadinanzattiva - precisa la segretaria generale - è quello di andare oltre la fase di sensibilizzazione, passando a una fase più operativa, individuando gli snodi e gli ostacoli che potrebbero limitare la partecipazione dei cittadini e dei pazienti, così come trovando soluzioni pratiche per superare questi ostacoli. Uno dei principali problemi identificati è infatti la percezione dell’HTA come un processo troppo tecnico e riservato agli addetti ai lavori, ma Cittadinanzattiva intende dimostrare come la partecipazione dei cittadini possa qualificare ulteriormente tale processo identificando le priorità e orientando le decisioni in base al valore aggiunto delle nuove tecnologie sanitarie. Questo approccio non solo permette di valutare l’impatto delle nuove tecnologie sui singoli pazienti, ma contribuisce anche alla sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso. I criteri di valutazione, infatti, si basano su evidenze scientifiche e sugli outcome clinici, evitando valutazioni arbitrarie e assicurando che le risorse limitate del Ssn siano investite in modo efficiente. In questo senso, l’HTA può avere un impatto positivo anche sul sistema sanitario italiano, spesso è caratterizzato da un’elevata frammentazione regionale, favorendo maggiore uniformità nelle valutazioni e riducendo - conclude - le disparità tra le diverse regioni”.